Il progetto nasce sulla base delle seguenti constatazioni:

  • Gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) sono in gran parte sconosciuti dai cittadini europei, che dovrebbero invece essere pienamente consapevoli dei loro contenuti, e rischiano di restare incompiuti.
  • Emerge con sempre maggiore forza la domanda, da parte delle Comunità locali europee impegnate in azioni di cooperazione decentrata, di partenariati con Associazioni e Federazioni di migranti in attività di Educazione allo sviluppo (EAS).
  • Da diversi anni Associazioni e Federazioni di migranti ben organizzate e capaci operano nei territori di origine e di arrivo in azioni di sviluppo, ma è necessario che queste siano riconosciute come legittime rappresentanti delle loro regioni di origine in Europa anche nella prospettiva del raggiungimento degli OSM.
  • In Europa molte Associazioni di giovani nate all’interno di fenomeni migratori sono impegnate nel volontariato e in attività di cooperazione allo sviluppo: grazie alla loro capacità di relazionarsi in modo più moderno e attivo con la società di arrivo potrebbero mobilitare con maggiore efficacia i cittadini europei in attività innovative riguardanti lo sviluppo.

Considerando queste premesse, il progetto intende proporre azioni che rendano l’EAS, in particolare quelle attività legate agli obiettivi del millennio, più accessibili, chiare e concrete al grande pubblico. I migranti e le loro associazioni, attori chiave troppo spesso ignorati e marginalizzati nell’educazione allo sviluppo, attraverso le loro storie personali e collettive sono testimoni e attori delle questioni più attuali legate allo sviluppo: le grandi interdipendenze, gli equilibri interregionali, la globalizzazione, l’ambiente, la sovranità alimentare.

Il progetto si fonda sull’incredibile ricchezza costituita dalle capacità sviluppate dagli operatori di co-sviluppo, in primo luogo i migranti, che attraverso le loro Associazioni (informali o formali) sono capaci di iniziative transnazionali che coinvolgono attivamente i territori interessati per promuovere lo sviluppo socioeconomico e la coesione sociale.

Molte iniziative di co-sviluppo in Europa nascono grazie alla sinergia tra la cooperazione decentrata europea e le associazioni dei migranti presenti sui territori locali e costituiscono delle buone pratiche che andrebbero valorizzate e portate all’attenzione del grande pubblico.

Il concetto di “co-sviluppo” ricorda all’opinione pubblica e alle istituzioni come il futuro di ogni paese è intrinsecamente legato agli altri, che i disequilibri dello sviluppo costituiscono dei fattori che spingono alla migrazione e che i migranti si organizzano per colmare questo gap attraverso azioni collettive di sviluppo verso i loro paesi di origine.

Dal Millennium Development Goals Report 2010 delle Nazioni Unite emerge chiaramente come gli Obiettivi del Millennio leghino intrinsecamente problematiche e potenzialità dei paesi avanzati e quelli dei paesi in via di sviluppo: “Nonostante l'attenzione mondiale sugli OSM e i risultati impressionanti ottenuti in alcune aree, i risultati finora dimostrano che, nella maggior parte dei paesi, di solito, ci sono segmenti della società che non beneficiano di questi miglioramenti se non si attuano misure mirate e ad esse dedicate. Gli OSM sono universali: sono pensati per coinvolgere non solo tutti i paesi, ma anche tutte le persone all'interno di ciascun paese. I Governi e gli altri attori devono quindi prestare particolare attenzione a tutta la popolazione e a qualsiasi rischio eventuale che questa sia esclusa dal percorso per il raggiungimento degli OSM.” (trad.)

Dal 2010 ad oggi la situazione non è migliorata. Il rapporto però sottolinea due questioni molto importanti che, tra l’altro, animeranno questo progetto: la prima riguarda la necessità di coinvolgere nella lotta alla povertà e nel raggiungimento degli altri obiettivi le popolazioni senza escludere nessun segmento della società, a partire dunque da una seria mobilitazione delle comunità locali. La seconda è che questi obiettivi non devono essere percepiti come rilevanti solo per le aree del mondo più marginali, al contrario essi riguardano tutti i paesi.

I migranti e le loro associazioni rappresentano “l’anello mancante” tra questi obiettivi e i soggetti della cooperazione decentrata nei contesti d’origine e d’arrivo, terreni più fertili per portare avanti azioni concrete. In questo senso i migranti, incarnando la mobilità e la molteplice presenza su territori apparentemente lontani tra loro, possono offrire alle popolazioni europee la possibilità di cogliere lo sviluppo in modo globale. Azioni di EAS che valorizzano la presenza dei migranti in Europa potranno inoltre contribuire a ridurre le fratture nella società europea, migliorare la coesistenza tra le diverse comunità migranti e quelle autoctone, soprattutto in un contesto di crisi economica globale come quello attuale.

Partenariato OMD

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